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Intervista su La Carbonara:

Le “Anime divise” di Luca Bortolotti nel suo libro d’esordio

Luca Bortolotti

Le facce dell’animo umano, le voci dei grandi della letteratura del passato, ma anche una prosa che disegna con precisione i tratti contraddittori di ogni personaggio. E’ un esordio letterario importante quello di Luca Bortolotti, giovane autore pavullese e cronista del quotidiano L’Informazione, che poche settimane fa ha dato alle stampe, per la casa editrice Albatros-Il Filo, il suo primo libro “Anime Divise”, una raccolta di 8 racconti. Il volume, già illustrato al pubblico pavullese, verrà presentato anche nel corso di una serie di interviste in onda sul canale 830 “Viva l’Italia” di Sky: lunedì 21 giugno alle ore 21.45, martedì 22 alle 19 e venerdì 25 alle 13. C’è inoltre la possibilità di acquistare l’opera su internet (nei siti della casa editrice Albatros, su Ibs e tanti altri).

Luca Bortolotti, 25 anni, un presente da cronista locale e un futuro da giornalista professionista grazie alla Scuola di Giornalismo di Bologna, si racconta a tutto tondo e illustra i mille volti di un libro che merita di essere letto.

Bortolotti, di chi sono le “Anime divise”?

“Sono un po’ le anime di tutti noi. L’idea di base del libro è che non sia possibile ridurre l’esistenza e l’essenza di una persona a un unico aspetto, a una personalità unica e coerente. Siamo invece sempre mossi da pulsioni contraddittorie, siamo sempre un misto tra bene e male, giusto e sbagliato, buono e cattivo. Siamo due facce di una stessa medaglia, si tratta di volta in volta di scegliere quale mostrare. Ecco allora che metto in scena otto personaggi, otto storie di persone lacerate da dubbi esistenziali, che non riescono ad essere serene perché qualcosa le turba”.

Presentazione del libro “Anime divise”

Otto personaggi, sì… ma non è come se fossero una sola persona?

“Esattamente. I turbamenti che segnano ognuno di essi, noi come esseri umani dotati di una personalità complessa possiamo viverli tutti, in momenti diversi della nostra vita. Ogni personaggio rispecchia una porzione della nostra personalità, e tutti assieme formano un’unica persona, nella sua complessità. Potremmo essere chiunque di questi personaggi, in momenti diversi della nostra vita”.

All’inizio o alla fine di ogni racconto, un corsivo ne racconta la genesi. Come e da dove nascono, principalmente, le tue storie?

“Col corsivo volevo spiegare come e perché ho sentito il bisogno di scrivere questi racconti. Dato che c’è un po’ di me in tutti questi personaggi, mi sembrava giusto dire il motivo per cui ho deciso di crearli. L’ispirazione dei miei racconti non è necessariamente il mio vissuto, anche se in ognuno di essi c’è qualcosa di me, dei miei dubbi, delle mie riflessioni, della mia personalità. Magari alcuni partono da situazioni che ho vissuto in prima persona, ma altri prendono spunto da riflessioni più astratte, suggestioni, o semplicemente da qualcosa che ho letto, visto, sentito, sognato che mi ha particolarmente colpito”.

In “Oltre ai tuoi occhi”, quattro amici si ritrovano sempre allo stesso bar, parlano di musica, di ragazze, di amore. Quanto c’è di te nel tuoi racconti?

“Lo spunto autobiografico spesso non è tanto nella trama quanto nelle suggestioni, nelle paure, nelle necessità dei miei personaggi. Le situazioni in cui si trovano sono volutamente irrealistiche, il più delle volte, ma ognuno di essi ha qualcosa che mi appartiene, qualcosa che nasce da un mio desiderio di comunicare”.

Uno dei temi ricorrenti è il dubbio, il labile confine tra sogno e realtà.

“È così, ed è un trasfigurarsi tra reale e onirico che tematizzo in modi diversi.  “L’uomo che non poteva dormire” ci dice che la follia e la cosiddetta normalità sono più vicine di quanto sembri, e l’una porta sempre con sé almeno una porzione dell’altra. Il sogno che diventa realtà e la realtà che diventa sogno è al centro di “Oltre ai tuoi occhi”, così come il realizzare che la realtà con cui entra in contatto ogni giorno non è tanto diversa dagli incubi notturni lo è di “Una notte, altrove”.

Ricorre anche il tema della corruzione.

“Sì, in un senso duplice: da una parte la corruzione di persone normali che si fanno portare su strade malvagie da cattivi maestri o da desideri sbagliati, dall’altra la corruzione intesa come sgretolarsi delle cose, come perdita delle persone care, dei sentimenti o delle certezze”. (Sara Zuccoli)